giovedì 30 settembre 2010

Recensione: Inception, ovvero come rendere complicato ciò che nasce semplice.






Attenzione! Questo post NON CONTIENE TRAMA ma solo commenti politicamente scorretti. Se volete una recensione super partes vi consiglio Mymovies. Se cercate un parere ex post, spassionato e totalmente discutibile siete nel posto giusto.

Celebrato come il film rivelazione del 2010, Inception si rivela deludente.

Non da subito però. 
L'inizio è accattivante. La prima ora e mezza passa velocemente, quasi non ce ne si accorge. La costruzione del mondo onirico cattura tutta l'attenzione(anche perché è l'unico elemento del film ad esserne degno pur non essendo dovutamente approfondito), le vicende personali del protagonista danno corpo a un'idea embrionale di trama. Peccato che poi tutto si sfasci, e si cominci a guardare l'orologio nella speranza che le lancette segnino la fine delle due ore e venti di film.
La seconda parte del film entra nel vivo(e nel banale), la missione è un susseguirsi di sparatorie e inseguimenti al fine di permettere ad un industriale giapponese di non perdere il suo impero. Sparatorie per strada, sparatorie in albergo, sparatorie sulla neve. (Bum. Bum. Bum. Bum. Zzzzzzzzzzzzzzzzz. Tanto per essere onomatopeici). Missione, ovviamente, compiuta. Olé. Ci si sveglia un po' alla fine, sperando in un colpo di scena in puro stile Shutter Island, ma niente. La sorpresa è che è tutto esattamente come ci si aspettava che fosse, come il povero Leo diceva sin dall'inizio.
I tre piani dell'onirico di cui tanto si parla svaniscono dietro a scene troppo lunghe, piene di elementi ed effetti speciali che, oramai, non impressionano più nessuno. La trama è relativamente semplice nonostante utilizzi delle sovrastrutture barocche per mascherare le sue mancanze. Da un film così osannato ci si aspetterebbe un approfondimento maggiore sulla filosofia che sta dietro al procedimento di costruzione del sogno, sul perché si sceglie di estrarre/immettere un'idea, sui risvolti psicologici profondi che questo provoca. Non ci si può limitare a far comportare i magnifici protagonisti come se fossero in bilico tra follia e sanità mentale per far sì che si comprenda tutto ciò che sta dietro la concezione del Sogno.
Il grande difetto di questo film sta proprio nella superficialità con cui affronta tematiche di tale sconvolgente portata per l'essere umano. Il confronto con l'amatissimo Matrix non regge. Matrix è lontano anni luce. Il tema portante non è nemmeno paragonabile, la semplicità con cui tale tema fu trattato nemmeno. Come diceva la mia professoressa di francese: "Ce qui se conçoit bien, s'énonce clairement". Evidentemente Nolan non concepisce chiaramente ciò che ha cercato di riprodurre sullo schermo. Altrimenti avrebbe speso dieci minuti in più per spiegare come vengono costruiti i sogni e dieci minuti in meno per mettere in scena l'interminabile trasferimento dei Belli Addormentati nell'ascensore. Bisogna però ammettere che Nolan è abile nel rendere concreto il titolo del film, l'idea che un banale film d'azione(per quanto bello e pretenzioso possa essere) diventi il capolavoro del 2010 è stata impiantata a (quasi)tutti. 
Speriamo che si tratti solo di un sogno. Nel dubbio, sparatevi. Bum.

Bisous,
Marta


Nella foto, il momento più alto del film. "Non devi avere paura di sognare con un'arma più grossa." Cit.




4 commenti:

  1. concordissimo. a questo si aggiungono dei personaggi (DiCaprio e Ellen Page) stereotipatissimi, cliché di loro stessi, poveracci. e le scene d'azione stanno tutte là per portare l'Oscar al montaggio sonoro ^^.

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  2. Ma allora c'è qualcuno che la pensa come me. Ne sono contenta. Pensavo che tutti fossero stati raggirati da questo sedicente capolavoro. E comunque è tutto costruito per raccattare premi.

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  3. isa.dangella@hotmail.it29 ottobre 2010 alle ore 15:21

    perfettamente d'accordo!

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